Partenza sotto casa dei partecipanti con minibus 8 posti alla volta della Promotrice delle Belle Arti di Torino. Ingresso alla grande mostra su Antonio Ligabue con audioguida. Si tratta di un'iniziativa comprendente 90 opere, di cui 71 dipinti, 8 sculture e 13 disegni provenienti da collezioni private, che illustrano la vita tormentata e la variegata produzione di un artista eccentrico, ma per certi aspetti incompreso, anche se amatissimo dal pubblico. Ligabue aveva studiato gli animali da bambino nei musei e si autodefiniva “pittore di animali”. L’artista ritraeva animali feroci trovando una sorta di identificazione, un suo personale riscatto rispetto a coloro che lo facevano soffrire. La tigre che azzanna, da lui rappresentata, è un autoritratto, carico di quella ferocia che lui stesso non avrebbe avuto il coraggio di esprimere nella vita reale. Negli altri animali da lui rappresentati, quali cani e gatti, si rintraccia quella fedeltà che non aveva trovato negli esseri umani. Nella mostra sono presenti alcune opere inedite e alcune opere non viste da molto tempo. Gli autoritratti contraddistinguono la sua vita come una sorta di diario. In alcuni di questi emerge anche una tempia insanguinata, testimonianza di quando si batteva con una pietra nella convinzione che sarebbe uscito dalla testa il male che lo attanagliava. E' fondamentale che venga spazzato il fraintendimento per il quale Ligabue è considerato un pittore naïf, si tratta invece di un autodidatta che ha compiuto una lunga ricerca. Un altro fraintendimento, che deve essere eliminato, è quello di un debito nei confronti di Van Gogh, in quanto ne conosceva a stento l’esistenza.
Al termine della visita pranzo libero e tempo a disposizione per ulteriori scoperte individuali della città, facilmente percorribile a piedi e che ha mantenuto l'aspetto maestoso di una capitale. Un suggerimento potrebbe essere la visita del Museo Egizio, che è il museo più antico, a livello mondiale, interamente dedicato alla civiltà del Nilo ed è considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Per i più golosi non può mancare un salto al Bicerin, un caffè storico dal 1763 e tanto amato da Cavour. Nel tardo pomeriggio sistemazione sul minibus e ritorno nelle località di provenienza.