Artemisia Gentileschi, prima donna ad essere ammessa in un’Accademia d’arte, la prima ad essere riconosciuta come artista, la pittrice che scelse di fare della sua passione per l’arte la sua ragione di vita è al centro della mostra di Palazzo Ducale, allestita nelle sale dell’appartamento del Doge e nella Cappella Dogale. Modello di tenacia e genialità, di coraggio e determinazione, Artemisia Gentileschi fu segnata dalla sofferenza per la scomparsa prematura della madre e da un rapporto controverso con il padre. Vittima di violenza, fu costretta ad essere protagonista di un processo dal quale uscì vincitrice e perdente al tempo stesso, profondamente ferita nell’anima. All’interno del percorso espositivo un’attenzione particolare è dedicata al travagliato rapporto con il padre Orazio Gentileschi – illustre pittore dell’epoca, amico di Caravaggio e maestro di Artemisia – sfociato poi in una vera e propria rivalità. Diversi confronti serrati tra tele con lo stesso soggetto permettono di comprendere come il talento artistico della figlia abbia potuto superare il linguaggio del padre. I due artisti sono anche messi in dialogo con lo stile di Caravaggio.Tra vicende familiari appassionanti, soluzioni artistiche rivoluzionarie, immagini drammatiche e trionfi femminili, la mostra – a cura di Costantino D’Orazio – offre un ritratto fedele della complessa personalità di una delle più celebri artiste di tutti i tempi, attraverso oltre 50 dipinti provenienti da tutta Europa. La visita sarà effettauta con l’ausilio di una guida professionale – Durata ca 70 minuti.
La Villa del Principe fu il palazzo di Andrea Doria nel XVI secolo con il suo bel parco all'italiana affacciato sul mare. Per rifornire le sue fontane a monte venne creato un bacino artificiale chiamato popolarmente Lagaccio. Nel tempo si è prosciugato e vi è sorto l'omonimo quartiere. Per paura di attentati l’Ammiraglio, infatti, preferì farsi costruire la Villa fuori le mura. Il titolo di Principe di Melfi gli fu concesso dall'Imperatore Carlo V d'Asburgo nel 1531. Oggi il complesso appartiene agli eredi Doria Pamphilj. La decorazione della struttura fu affidata al fiorentino Perin del Vaga a partire dalla Loggia degli Eroi con gli antenati dell'ammiraglio rappresentati come antichi Romani e l'immancabile aquila nera, lo stemma familiare. Nell'appartamento del Principe, sul soffitto troneggia la Caduta dei Giganti, mentre sulle pareti risaltano un camino in pietra nera di Promontorio e marmo bianco di Carrara e due eccezionali arazzi fiamminghi del Quattrocento di 40 mq ciascuno. L'Ammiraglio, infatti, era un collezionista di preziosi arazzi, che esponeva a turno. Seguono: la camera da letto, anche se la destinazione d'uso delle stanze variava a seconda delle stagioni e delle esigenze padronali; la Galleria Aurea avente funzione cerimoniale, fatta erigere da Giovanni Andrea Doria I (1540-1606), il successore del Principe; e la sala del trono, dove fu posto quello di Carlo V quando venne in visita. Dalla parte opposta del piano nobile si visiterà l’appartamento della Principessa Peretta (l'ammiraglio si sposò a 61 anni con Peretta Usodimare a Levante e morì nel 1560 a 94 anni senza figli, per questo designò come successore il pronipote). La visita sarà effettauta con l’ausilio di una guida interna – Durata ca 70 minuti.